LORENZO
MISURI
1) Lorenzo, ti sei diplomato alla Scuola Di Ballo dell'Accademia del Teatro Alla Scala, qual è il ricordo più bello che ti lega a questa accademia?
Il diploma é stato sicuramente un momento molto importante del mio percorso accademico. Il ricordo più bello, però,é il giorno dell’audizione in accademia. In quel momento ti rendi conto che il sogno di diventare un ballerino professionista non é poi così lontano.
2) Quali maestri ti hanno maggiormente influenzato?
Tutti i maestri dell’accademia mi hanno dato lezioni e consigli importanti. Chi mi ha influenzato maggiormente sono stati di sicuro i miei due primi Maestri, Carolina Basagni e Fabrizio Betti (anche lui diplomato all’Accademia della Scala). Leonid Nikonov che è stato il mio principale Maestro in Accademia per 4 anni, e Elias Garcia Herrera Maestro e Direttore della compagnia " Ballet de Catalunya " dove attualmente lavoro.
3) Durante l'ultimo anno in accademia hai dovuto affrontare diverse audizioni, quale è stato il tuo approccio mentale all'audizione?
Non ho fatto molte audizioni in realtà, l’ultimo anno dell’Accademia, grazie al Direttore F. Olivieri, ho avuto la grande opportunità di lavorare nel corpo di ballo del Teatro alla Scala, e quindi non ho avuto tempo di cercare lavoro altrove. Durante le poche audizioni che ho fatto ricordo che davo tutto me stesso per far uscire la mia personalità.
4) Dopo il diploma sei entrato nel Ballet de Catalunya. Che cosa hai provato quando ti è stato comunicato che avevi superato l'audizione?
Quando superi l’audizione ed entri in compagnia realizzi che tutti i sacrifici che hai fatto per la danza sono serviti a qualcosa. Entrare a far parte del Ballet de Catalunya è stato per me l’inizio di un nuovo percorso e di una nuova vita.
5) Hai un ricordo particolare legato al tuo lavoro nel Ballet de Catalunya?
Sicuramente il ricordo più emozionante é stato vedere la mia coreografia in scena per la prima volta. Il Direttore Artistico non mi ha dato solo un’opportunità, mi ha dato fiducia e mi ha sostenuto fin dall’inizio.
6) Cosa vuol dire oggi vivere da danzatore italiano in Spagna?
Vivo bene in Spagna, non trovo molte differenze rispetto l’Italia e per molti aspetti mi sento come a casa. È importante portare l’esperienze vissute in Italia all’estero, e viceversa.
7) Ti manca qualcosa dell'Italia?
Non mi manca molto l’Italia in generale, durante l’anno mi concentro tanto sul lavoro e quindi ne sento poco la mancanza. Preferisco lavorare all’estero anche perché penso si possano fare più esperienze. Quando ho le ferie però cerco di tornare il più tempo possibile in Italia, per “ricaricare le batterie” e rilassarmi.
8) Quale ruolo tra quelli che hai danzato fino ad oggi ti è rimasto nel cuore?
Del repertorio classico porto nel cuore lo Schiaccianoci, ricordo quando ho ballato la versione di Nacho Duato in Scala e quando ho interpretato il ruolo del Principe al Ballet de Catalunya. Io, però, mi sento più a mio agio nei balletti neoclassici. Interpretare Picasso nel Balletto “ Picasso’s Ballerina” di Remi Wortmeyer è stata un’esperienza molto importante e di grande difficoltà al punto di vista tecnico ed emotivo. Anche “Plenitudo”, coreografia di R.Blanco è un altro balletto che ha grande significato per me.
9) Quale ruolo o coreografia che non hai ancora interpretato sogni fare in futuro?
Ce se nono davvero tanti di ruoli che ancora non ho avuto modo di interpretare.
Il mio obiettivo e anche il mio sogno è poter ballare le coreografie dei grandi coreografi del passato e di oggi, come ad esempio J.kylian, M.Béjart, N.Duato, A.Preljocaj, M.Fonteyn, M.Bourne e J.Robbins.
10) "Loro in Lei" è stata la tua prima creazione coreografica, ci racconti il processo creativo che le ha dato vita?
Sentivo già da moltissimo tempo il desiderio di creare una coreografia e il Ballet de Catalunya mi ha offerto questa speciale occasione. Prima di dedicarmi completamente alla danza, da bambino ho avuto la fortuna di imparare a suonare il Violoncello e il Pianoforte.
La musica di “Loro in lei “ è un Trio ( Violoncello, Pianoforte e Violino) di F.Schubert, ed è forse merito delle mie esperienze passate aver scelto proprio quella musica.
Il primo approccio alla coreografia è stato qualcosa di magico per me. Durante il processo creativo mi sono sentito me stesso come mai nella mia vita, e quando la coreografia è andata in scena per la prima mondiale di Triple Bill ho potuto vedere per la prima volta parte della mia anima ballare su un Palcoscenico.
11) Quali progetti ci sono oggi nella testa di Lorenzo Misuri?
Finita la creazione del mio ultimo progetto “Beethoven’s Symphony” per il Ballet de Catalunya, lavorerò ad un Gala che si svolgerà al Teatro Petrarca di Arezzo, la città in cui sono nato. Lo spettacolo andrà in scena tra Maggio e Giugno dell’anno prossimo e sarà composto da tre mie coreografie con ballerini provenienti dalle compagnie più importanti d’Europa e alcuni brani saranno suonati da un'orchestra da camera.
12) Qual'è il consiglio che ti senti di dare agli allievi che vogliono intraprendere la carriera di danzatori?
Nella Danza sono indispensabili corpo, mente e cuore. Bisogna avere una grande conoscenza del nostro corpo, per poter dare il massimo durante la performance fisica, la mente è importante per la disciplina e per cercare ogni giorno una qualità di movimento sempre più bella ed interessante, infine il cuore è ciò che ci rende umani e questa umanità è fondamentale portarla anche in scena, altrimenti il ballerino diventa solo un corpo che si muove. Il mio consiglio ai giovani allievi è porsi piccoli obiettivi quotidiani e mai porsi dei limiti.
a cura del dr. Romeo Cuturi
Redazione SID - Scienza In Danza
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