MARCO TICOZZELLI
1) Marco, ti sei diplomato da poco alla Scuola Di Ballo dell'Accademia del Teatro Alla Scala, qual'è il tuo ricordo più bello?
Il ricordo più bello è legato al settimo corso, quando ho ballato per la prima volta da solista in Gaîté parisienne sul palco del Teatro Alla Scala. Mi sentivo dentro al ruolo e penso che quel momento me lo ricorderò per sempre, me lo sono anche tatuato.
2) Se dovessi portarti una lezione di sala?
La tipica lezione del maestro Nikonov. Era strutturata in modo tale da caricarti emotivamente e formarti molto anche dal punto di vista atletico.
3) C'è stato un momento in cui hai pensato "non ce la faccio"?
Si mi è capitato durante il quarto corso quando venni bocciato all'esame. Iniziò un periodo molto particolare per me. Avevo una sensazione di tristezza dovuta al pensiero di cambiare vita. Non rivedere più gli stessi compagni, gli stessi maestri e lo stesso luogo è stato difficile in quel momento. Successivamente però, dopo un anno di studio in un'altra scuola di danza ho avuto il coraggio e la forza di ritornare e farmi valere quindi in realtà quel particolare momento ha avuto un valore positivo per me: mi ha dato modo di imparare dai miei errori e lavorarci.
4) Durante l'ottavo anno dell'accademia hai dovuto sostenere il diploma in scuola di ballo, la maturità e le audizioni. Quale tra queste prove hai temuto di più?
Tra queste la prova orale della maturità è stata la più temuta. Sono comunque contento perché sono riuscito a collegare tutto e quindi è andata bene.
In merito al diploma in accademia e le audizioni non ho avuto particolare ansia parchè in quei momenti ero consapevole di avere le competenze per affrontare bene le prove aldilà dell'esito finale.
5) Come affronti un'audizione e quale valore dai a questo momento?
Le prime volte ho fatto fatica a capire come approcciare alle audizioni ed il valore di questo momento perchè non sapevo come fossero gestite e come mi sarei dovuto comportare. Comunque il valore dell'audizione secondo me, oltre a quello di entrare in una compagnia è anche quello di entrare in contatto con un luogo diverso dal tuo e di conseguenza confrontarti con una cultura differente. A mio avviso quindi l'audizione è un'occasione di crescita al dilà del risultato finale.
6) C'è un danzatore al quale ti ispiri?
I due danzatori che mi piacciono maggiormente oggi, pur essendo molto diversi tra loro, sono Sarafanov e Simkin. Per motivi diversi per me sono i migliori.
7) Adesso ti trasferirai ad Anversa dove sei stato preso nella compagnia: quali sono le tue aspettative?
La mia speranza è quella di lavorare bene in Belgio e poter imparare tanto dal lavoro in compagnia. Le mie aspettative in generale sono comunque quelle di crescere sia come danzatore sia come uomo. Il Belgio come paese mi piace molto e spero di trovare un equilibrio tra la danza e la vita quotidiana.
8) Che cosa non può mancare nella valigia di Marco Ticozzelli?
Oltre alle scarpette e i bei ricordi, ci sono sicuramente l'amore di genitori e amici che mi supportano e la speranza che questa nuova esperienza vada bene.
9) Qual'è il consiglio che ti senti di dare agli allievi che vogliono fare i danzatori professionisti?
Impegnatevi e mettete il cuore in quello che fate. Mettete sempre la forza e la passione anche nelle giornate storte. Il mio consiglio è quello di pensare molto bene alla strada giusta per voi. Se durante il percorso di studio scoprite che non avete il giusto approccio allora riflettete sul vostro sentimento. Se il sentimento per la danza è vostro andate avanti, se non è vostro allora cambiate subito. In questi casi è meglio cambiare prima piuttosto che arrivare dopo molti anni e dire "questa non era la mia strada".
a cura del dr. Romeo Cuturi
Redazione SID - Scienza In Danza
®RIPRODUZIONE RISERVATA