La danza è una ricca fonte di materiale per coloro interessati alla relazione tra movimento e cognizione. Lo studio della danza offre un’ottima opportunità per studiare la plasticità del cervello umano e l'interazione tra il cervello e il comportamento.
Come mezzo di espressione non verbale, risulta efficace per esaminare diversi aspetti della cognizione, come la percezione visiva del corpo, la comunicazione delle emozioni e delle intenzioni degli artisti, così come le qualità estetiche del movimento.
L'esperienza nella danza può essere acquisita a diversi gradi di professionalità, giudicati in base al virtuosismo fisico, performativo ed estetico. I ballerini devono apprendere complesse sequenze di passi, adattandoli a seconda della direzione da seguire nello spazio, della velocità, del ritmo e dell'ampiezza richiesti e devono esprimerli esattamente come dimostrato dal coreografo, il che include il trasferimento di informazioni visive e verbali nell'azione motoria. A ciò si aggiunge la difficoltà di mantenere la sincronia con i compagni durante un ensemble. La danza è una forma d’arte, per questo, anche se l'esperienza di movimento dei ballerini può essere esaminata e descritta attraverso misure biomeccaniche, le abilità tersicoree difficilmente possono essere considerate separatamente dalle funzioni e dalle strategie cognitive che vengono messe in atto.
Passo per passo valutiamo alcuni dei processi neurocognitivi che abbiamo accennato.
Controllo dei movimenti complessi, equilibrio e postura
L'allenamento di danza può influenzare le funzioni di base del controllo sensomotorio, inclusi l'integrazione multisensoriale (o multimodale) e il controllo della postura e dell'equilibrio dinamico (influenzando la somatosensazione, in particolare la propriocezione). Questo contribuisce alla capacità dei professionisti di eseguire movimenti complessi apparentemente senza sforzo che viene raggiunta ottimizzando le sinergie motorie e di conseguenza riducendo i costi energetici in termini di forza e tensione muscolare. Prendiamo come esempio le piroette: richiedono la stabilizzazione dell'asse di rotazione attraverso la gamba di supporto, nonché l'allineamento delle spalle e dei fianchi sullo stesso asse indipendentemente dalla direzione di rotazione e dalla lateralità della gamba portante. Il controllo dipende anche dalla postura di partenza, ottimizzata dalla relazione tra la distanza dei piedi e la distribuzione del peso durante la preparazione. L’allenamento, in più, sembra sviluppare strategie specifiche per stabilizzare l'asse di rotazione e per superare le tendenze di rotazione individuali.
Ritmo e sincronizzazione della performance
Altri parametri cruciali per la buona riuscita di una performance sono la coordinazione e il ritmo. Aspetti complessi, influenzati da fattori come il grado di attenzione da mantenere, l'esperienza motoria del ballerino, l’esecuzione di movimenti familiari ed eventualmente il vero e proprio stato generale del gruppo.
Il tasso di errore aumenta con coreografie particolarmente complesse e il dover eseguire movimenti per brevi distanze, magari da concludere con una posa. Sembrerebbe che ognuno utilizzi strategie di attenzione diverse per integrare le informazioni provenienti dai compagni durante un ensemble, che richiede un’attenzione elevata. Sicuramente, però, grazie ai segnali musicali e soprattutto al contatto fisico, i ballerini sono facilitati a mantenere il ritmo e le tempistiche corrette anche quando cambia la struttura musicale e si balla in gruppo o in coppia.
Prospettive di sviluppo neurologico sull’apprendimento e la visione della danza
Come sono codificate nella memoria umana le sequenze di movimenti di danza? I ballerini utilizzano una varietà di strategie e tecniche per codificare sequenze di movimento, ad esempio "marcando" la coreografia. Indicare i movimenti con le mani aiuta a verificare il ritmo, la direzione e l’ampiezza del movimento utilizzandone una range ridotto che diminuisce il dispendio energetico.
Per esplorare come l'esperienza motoria modelli l'attività cerebrale quando si osserva un’azione, alcuni ballerini sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale (fMRI) durante la visione di video che mostravano esibizioni di diversi stili, tra cui quello di appartenenza. Gli autori hanno riscontrato una maggiore attivazione delle aree associate al sistema specchio quando gli individui osservavano passi familiari dal punto di vista motorio. Il sistema specchio, che codifica gli atti motori, è costituito da lobulo parietale inferiore, corteccia premotoria ventrale e solco temporale superiore. Più il nostro repertorio motorio è ricco, più attenzione prestiamo e più siamo appassionati a ciò che stiamo vedendo, più intensamente i nostri neuroni specchio si attivano.
Nel complesso, a seconda dell'età, le regioni all'interno del sistema specchio potrebbero differire a seconda di come sono codificate le proprietà visuospaziali e cinematiche dei movimenti. Una maggiore maturità avrebbe un impatto sul modo in cui vengono percepiti i gesti del corpo. I risultati suggeriscono che sia l'esperienza sensomotoria che lo sviluppo corticale influenzano il modo in cui vengono avvertite azioni complesse.
Mentre il sistema specchio dell’adulto è in grado di anticipare i movimenti utilizzando le informazioni spaziali acquisite, potenzialmente decodificate all'interno della corteccia parietale, gli adolescenti sembrano affidarsi maggiormente alle informazioni visive del corpo decodificate all'interno delle regioni temporali superiori.
Danza e plasticità cerebrale
L'allenamento di danza a lungo termine indurrebbe fenomeni di plasticità cerebrale nelle regioni della materia grigia e bianca associate alle funzioni motorie e uditive. Informazioni che integrano le scoperte secondo cui l'esperienza in un particolare ambito è spesso associata a una riduzione dell'attività neurale delle aree cerebrali alla base del controllo di quella determinata abilità. Sarebbe interessante distinguere tra cambiamenti cerebrali associati all'allenamento e possibili differenze preesistenti nella struttura del cervello che potrebbero predisporre alcuni individui a dedicarsi a questo tipo di attività.
Grazie ad alcune tecniche di neuroimaging si è scoperta una rete di regioni cerebrali che sarebbe implicata in vari aspetti della performance di danza, in particolare il giro temporale superiore, il lobulo parietale superiore, la parte frontopolare della corteccia frontale e il giro temporale medio.
Un’altra ricerca ha analizzato gli effetti sulla plasticità cerebrale dovuti allo studio di una coreografia ex novo per 34 settimane in una compagnia di ballerini professionisti. Provare una nuova sequenza motoria complessa porterebbe inizialmente ad un aumento dell'attività all'interno dell’area motoria supplementare (SMA) e delle regioni corticali uditive almeno fino a sette settimane, attività che poi diminuisce tra la settima e la trentaquattresima settimana. Ciò non significa necessariamente che la regione non sia più coinvolta in modo importante, semplicemente i neuroni all'interno di queste regioni potrebbero diventare più efficienti. La SMA, accompagnata da regioni premotorie, motorie e uditive, secondo questo studio, sarebbe quindi l’attrice principale associata all'apprendimento motorio e alla memoria longitudinale per sequenze di movimenti codificati in musica.
Arriviamo poi all’immaginazione motoria, processo che aiuta a creare nuovo materiale, a esercitare la memorizzazione di frasi musicali lunghe e complesse e a migliorare la qualità del movimento in termini di adattamento spaziotemporale ed espressione artistica. Al fine di ridurre lo stress fisico, specialmente durante il recupero da un infortunio, può essere un metodo alternativo di allenamento. Durante esercizi di immaginazione motoria, si può osservare un aumento dell'attività cardiaca e muscolare, nonché un aumento dell'attività beta in un'ampia gamma di aree corticali che indica stati di alta concentrazione e attenzione paragonabili al movimento attivo, circuiti che si sovrappongono in larga misura a quelli attivati durante la generazione e l'osservazione del movimento. I compiti che consentono un pensiero più libero e creativo sono invece accompagnati da un'attività alfa che è più pronunciata nelle regioni cerebrali frontali, frontotemporali e centrotemporali. La forza dell’attività alfa aumenterebbe con il grado di professionalità del soggetto.
L'esperienza estetica
Come percepisce il cervello l’arte? Il neurobiologo Semir Zeki ha identificato aree cerebrali distinte coinvolte nella percezione di elementi visivi, come forma, colore, movimento e bellezza. Ha introdotto il termine neuroestetica, postulando che, poiché l'estetica e l'espressione artistica sono un prodotto della funzione cerebrale, una teoria dell'estetica deve avere una base neurobiologica. Nel discutere il substrato di questa base neurobiologica siamo guidati verso lo studio della neurochimica comportamentale e del genoma umano.
Si balla al ritmo di serotonina e vasopressina?
Uno studio su ballerini, atleti e soggetti che non erano né ballerini né atleti ha rivelato un'associazione significativa dei ballerini con i polimorfismi di un recettore della vasopressina e del gene del trasportatore della serotonina.
Chiamata anche ormone antidiuretico, la vasopressina ha una finalità strategica in molti dei nostri comportamenti sociali e persino nei nostri processi cognitivi. Il gene del trasportatore della serotonina umana è espresso invece nel cervello, in particolare nelle aree che partecipano alle emozioni, modulando anche la flessibilità cognitiva sotto stress psicosociale, come nel caso di un'esibizione pubblica.
Lo studio citato è innovativo e il materiale in merito è ancora poco, ma è certo che la creatività e l'abilità artistica siano tratti sfaccettati, determinati da molteplici componenti del comportamento e della personalità, ciascuno con i propri determinanti genetici e ambientali.
Sempre nell’ambito della neuroestetica, una ricerca ha sfruttato la fMRI per determinare l'attività cerebrale correlata ai giudizi soggettivi delle persone durante la visione di un’esibizione. Valutazioni positive elevate sarebbero correlate a una maggiore attività nella corteccia occipitale e nella porzione premotoria destra del sistema specchio. La regione premotoria mostrerebbe anche una preferenza per i movimenti veloci con spostamento verticale. Le aree cerebrali visive e sensomotorie potrebbero quindi svolgere un ruolo importante in una risposta estetica automatica alla danza. Secondo questo studio gli spettatori si divertono a guardare movimenti di danza difficili che non possono eseguire fisicamente.
La percezione delle emozioni
La capacità di decodificare il significato emotivo nei movimenti espressivi dal corpo emerge molto presto. All'età di 4-5 anni i bambini sono in grado di decodificare le emozioni e la loro intensità e di simulare un’emozione manipolando i movimenti di un giocattolo. All'ottavo anno questa capacità si avvicina a quella degli adulti.
Nel caso degli adulti queste tendenze percettive durante l'osservazione della danza possono essere studiate registrando online i giudizi del pubblico mentre osservano delle esibizioni. In questo modo è possibile capire se la percezione del pubblico delle emozioni suscitate da una performance di danza corrisponda con le intenzioni espressive del coreografo e gli aspetti strutturali della performance (ad esempio movimenti acrobatici in momenti accesi e frenetici). Parte di questo processo è ancora mediato dall’azione dei neuroni specchio e quindi dall’empatia dello spettatore, grazie alla quale riusciamo a provare involontariamente l’emozione di chi ci sta davanti.
Ballare è per tutti
La danza è associata a miglioramenti auto-percepiti nella forma fisica, nel funzionamento cognitivo, nel funzionamento sociale, nell'affetto e nella fiducia in sé stessi. L'attività fisica costante è importante per la salute fisica e mentale e ballare è un’attività che molte persone ritengono piacevole e che continuerebbero volentieri per tutta la vita, in particolare perché riconoscono i benefici per la loro salute e per il loro benessere generale. Infatti, gli effetti positivi della danza si estendono al di là del regno del piacere: il regolare ballo da sala con un partner arginerebbe il declino delle capacità cognitive, percettive e motorie negli individui anziani. Ballare in coppia in forma libera o a ritmo di tango argentino risulta particolarmente gradevole rispetto a quando si balla da soli o in silenzio.
Interventi basati sulla danza: è stato riscontrato che l'allenamento di danza e la danza/movimento terapia siano correlati con effetti comportamentali positivi in una varietà di popolazioni, inclusi affetti da Parkinson, autismo e varie condizioni psichiatriche. La danza e la ricerca sul cervello sono molto promettenti per fornire una migliore comprensione dello sviluppo uditivo e motorio del cervello e della plasticità cerebrale e possono contribuire allo sviluppo di programmi di terapia basati sulla danza.
Cosa può influenzare questi aspetti neurocognitivi?
Diversi studi mostrano differenze cognitive, emotive e somatosensoriali nei ballerini che soffrono di dolore acuto e cronico. È possibile che le caratteristiche fisiche e psicologiche dei ballerini, così come gli aspetti socioculturali di questa disciplina, possano influenzare il modo in cui questa popolazione interpreti il dolore, spesso accettato come una caratteristica della disciplina stessa e quindi ignorato.
Il dolore potrebbe influenzare l’esecuzione di movimenti di danza sia dal punto di vista propriocettivo che in termini di pianificazione ed esecuzione del movimento a livello del sistema nervoso centrale. Il dolore cronico può avere un'influenza diretta sulla rappresentazione corticale del corpo che integra le informazioni nelle aree somatosensoriali relative al corpo e agli stimoli che riceve. I ballerini con dolore cronico possono sottovalutarlo e mantenere alte le loro prestazioni, il che si traduce nel rischio di possibili lesioni. Questo potrebbe influenzare il comportamento somatosensoriale, cognitivo ed emotivo.
"La danza è il linguaggio nascosto dell'anima."
-Martha Graham
A cura della Dott.ssa Elena Bianchessi
Redazione SID - Scienza In Danza
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