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SID - SCIENZA IN DANZA

Valutazioni della forza nei soggetti praticanti danza

SCOPO: Questo progetto di ricerca si propose di investigare quali effetti, in particolare riguardo la capacità di erogare forza, potessero emergere a seguito dello svolgimento di una lezione di danza classica. La finalità del lavoro volse a supportare la tesi che scarsi livelli di fitness e performance nei danzatori professionisti e amatoriali, sono da considerarsi una lacuna di decisiva rilevanza che dovrebbe essere colmata.

SOGGETTI: Il protocollo di valutazione è stato sottoposto ad un campione di allievi e allieve (14 e 18 rispettivamente) di livello prossimo al professionismo, età media di 18 anni, presso l’Ateneo della Danza di Siena.

MATERIALI E METODI: A livello didattico, sono state svolte due lezioni di tecnica accademica similmente strutturate. Nello specifico, la parte di lezione del centro comprendeva alcuni esercizi fondamentali, tra i quali: gli esercizi di allegro (salti) e virtuosismi (fouettès per le ragazze e tour à la seconde per i ragazzi). Lo schema di valutazione proposto ha previsto due stazioni di misurazione, ciascuna delle quali supervisionata da un operatore. Il protocollo di valutazione è stato sottoposto sia precedentemente che immediatamente dopo la lezione. La scelta dei test è stata effettuata sulla possibilità di analizzare la forza in due modalità: l’una distrettuale ed esemplificativa della forza esplosivo-reattiva dell’arto inferiore (Repeated Countermovement Jump: RCMJ) e l’altra sì localizzata e specifica per l’arto superiore, ma anche correlata ad indici notevolmente interessanti quali lo stato di fitness generale, stato nutrizionale, densità minerale ossea, percentuale di massa magra ecc. (Hand Grip Strength: HGS). Sulla base di alcuni studi presenti in letteratura, sono state numerose le ricerche che hanno applicato agli sportivi il binomio di test: HGS e CMJ (Countermovement Jump), al fine di classificare la loro capacità neuromuscolare globale. Altri impieghi contemplarono il loro utilizzo come indicatori di uno stato di affaticamento (in acuto o in cronico) allo    stimolo allenante o alla prestazione sport-specifica (García-Pinillos F. et al; 2018). Pertanto, eventuali decrementi o incrementi degli indici rilevati nello studio in oggetto, se significativi, avrebbero confermato o smentito la natura più o meno allenante della seduta tecnica proposta ai danzatori e il grado di responsività e sensitività di tali soggetti a quel determinato stimolo.

L’HGST è stato effettuato tramite l’utilizzo di un dinamometro idraulico Baseline® W99713 (Baseline; Fabrication Enterprises Inc, Irvington, NY). In letteratura, i valori dell’HGS appaiono essere correlati ad una serie di indici di funzionalità e salute generale, tra i quali: la forza generale di arti superiori e inferiori, la massa magra, la friabilità ossea e sono altresì indicatori di una serie di abilità di      estrinsecazione di forza immediata come sprint e salti (Cronin J. et al., 2017). Questo alto grado di plasticità nel poter essere contestualizzato come indicatore generale della capacità di fitness generale di soggetto, lo rende uno dei test più studiati e applicati in campo sportivo. Pertanto, al di là della disciplina praticata e dalla natura indiretta del test, l’HGS è un test isometrico della capacità e funzionalità muscolare, nonché una stima della condizione di salute del soggetto. Il RCMJ, invece, è stato effettuato e analizzato tramite il sensore ed il software: FreePower Jump Sensorize (FreePower, Sensorize srl, Rome, Italy). Tale prova di salti ripetuti è stata reputata conforme per questa categoria di virtuosi, in riferimento sia al modello prestativo del balletto, sia per quel che concerne la durata esecutiva del test (15 secondi), facilmente accostabile a quella di diversi esercizi di salto in ambito tecnico-didattico. 

RISULTATI E ANALISI DEI DATI: È stato effettuato un test t di Student per confrontare i valori pre- e post-lezione e valutarne la significatività statistica, con un errore minimo fissato a: α = 2.05. Dall’analisi dei dati, non si è evinta una differenziazione statisticamente significativa nei parametri dell’HGS reperiti tra il pre- (M =28,18 kg ± DS = 7,57) e il post-lezione (M = 28,15 kg ± DS = 6,83), sia considerati i soggetti non differenziati per genere (p = .98), sia nelle ragazze (p = .77) che nei ragazzi (p = .66). Ciononostante, i valori reperiti sembrano essere inferiori a quelli riportati in altri studi, in soggetti della stessa età e praticanti discipline sportive differenti (Pizzigalli L. et al., 2017). D’altro canto, si è evidenziato un miglioramento statisticamente significativo delle variabili caratterizzanti il test RCMJ, a favore del post-lezione. La divergenza tra i valori pre- e post-lezione del test RCMJ, considerando entrambe le popolazioni di soggetti, ha mostrato un aumento estremamente significativo nel post-lezione dei parametri: quota di elevazione massima, Qmax (p < .001); elevazione di Bosco massima, Bmax (p < .001) e potenza media, Pmedia (p <.001). 

CONCLUSIONI: Alla luce dei risultati ottenuti si ipotizza che la seduta tecnica analizzata potrebbe non sovraccaricare l’organismo, in quanto non è stato riscontrato un affaticamento centrale post-lezione (i valori dell’HGS non hanno subito una variazione statisticamente significativa). Tuttavia, non è da sottovalutare il significativo incremento dei parametri correlati alla capacità elastico-reattiva localizzata agli arti inferiori, probabilmente dovuto al fenomeno del Post-Activation Potentiation (PAP). Tale fenomeno genera miglioramenti acuti della potenza di breve durata e delle prestazioni muscolari, come nell’altezza di salto e nella velocità del cambio di direzione (Köklü Y. Et al., 2022). Gli aggiustamenti determinati dal PAP, quindi, sono di natura sia neurale che muscolare. Non è stato chiarito, però, quali siano i meccanismi alla base di questa attivazione localizzata, in quanto non sembrano esserci aggiustamenti di natura neurale post-lezione, considerati i valori dell’HGS. Non è stato altresì possibile affermare che sia stata proprio la seduta di danza classica la discriminante a causare le variazioni nel pre- e post-lezione. Questo in quanto gli allievi sono stati testati al loro livello basale, senza prevedere un confronto con quelli che potessero essere gli stessi dati reperiti in una condizione di preparazione alla prestazione specifica (warm-up).

Sulla base di queste considerazioni, si conferma la necessità di intervenire con ulteriori ricerche che avvalorino questa tesi, al fine di accrescere le evidenze scientifiche dei marcatori fisiologici di performance per questo gruppo di virtuosi. Inoltre, si sottolinea la necessità di sviluppare dei protocolli di valutazione e allenamento, specificatamente per questa speciale categoria di atleti. Ciò, consentirebbe di consolidare le loro capacità fisiche, a supporto delle abilità tecniche, così elevando la sfera artistica, la quale differenzia la loro professione da altri tipi di discipline fisico-motorie.

 

A cura della Dott.ssa Simona Di Nardo

Redazione SID - Scienza In Danza

®RIPRODUZIONE RISERVATA 

 

BIBLIOGRAFIA

Cronin J. et al., A Brief Review of Handgrip Strength and Sport Performance, In Journal of Strength and Conditioning Research: November 2017 - Volume 31 - Issue 11 - p 3187-3217.

García-Pinillos F. et al., Responsiveness of the Countermovement Jump and Handgrip Strength to an Incremental Running Test in Endurance Athletes: Influence of Sex. In J Hum Kinet. 2018 Mar 23;61:199- 208.

Köklü Y. Et al., Effect of Varying Recovery Duration on Postactivation Potentiation of Explosive Jump and Short Sprint in Elite Young Soccer Players, In Journal of Strength and Conditioning Research: February  2022 - Volume 36 - Issue 2 - p 534-539.

Pizzigalli L. et al., Hand grip strength and anthropometric characteristics in Italian female national basketball teams. In J Sports Med Phys Fitness 2017;57:521.

 

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